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Covid-19, il virus resiste otto giorni dalla guarigione

Infettivologia Redazione DottNet | 30/03/2020 14:27

Lo studio è stato condotto da esperti del Treatment Center of PLA General Hospital a Pechino insieme a colleghi della Yale School of Medicine

La metà dei pazienti trattati con sintomi lievi di coronavirus presenta ancora il virus nell'organismo (e quindi è potenzialmente contagioso) fino a 8 giorni dalla scomparsa dei sintomi.   Pubblicato sull'American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine, lo studio è stato condotto da esperti del Treatment Center of PLA General Hospital a Pechino insieme a colleghi della Yale School of Medicine.  I risultati del lavoro potrebbero avere implicazioni per i tempi di isolamento dei pazienti positivi al virus: "Se hai manifestato una lieve sintomatologia respiratoria causata dal COVID-19 - scrive l'autore principale del lavoro Lixin Xie - estendi la tua quarantena per altre due settimane dalla scomparsa dei sintomi, per essere sicuro di non contagiare altre persone".

Lo studio è stato condotto su 16 pazienti di età media 35 anni che avevano manifestato lieve sintomatologia respiratoria (febbre, tosse, faringite) ed erano risultati positivi al tampone. È emerso che tutti i pazienti hanno avuto un tempo medio di incubazione della malattia di 5 giorni, hanno manifestato i sintomi dell'infezione per un tempo medio di 8 giorni, infine sono rimasti contagiosi per 1-8 giorni dalla comparsa dei sintomi.   L'aspetto più importante dello studio è che per metà dei pazienti il virus continuava a diffondersi (il cosiddetto 'shedding virale', quando cioè il virus si libera in tantissime copie dalle cellule infettate e può essere espulso dal corpo, oppure diffondersi ad altri organi del paziente) ben 8 giorni dopo la scomparsa dei sintomi, anche quando l'esito del tampone è ormai diventato negativo.  "I pazienti con COVID-19 possono restare contagiosi anche dopo la scomparsa dei sintomi dell'infezione - conclude Xie - quindi bisogna trattare i pazienti divenuti asintomatici da poco con la stessa attenzione con cui si trattano i sintomatici".

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fonte: 'American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine

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